Conosco Antonio Capitano dai primi anni 90, dai tempi dell'Università, quando pieni di speranze ed energia ci tuffavamo, noi che venivamo da radici umili, nel mondo del sapere, da due prospettive diverse:più pacata la sua, un po' più impulsiva la mia. Lui, come lo definiva il nostro amico comune Francesco Chicca era il classico "intellettuale moderato di matrice cattolica", avvezzo all'approfondimento e all'analisi come pochi già in quegli anni. Nel suo Pamphlet Da Rischiatutto ad Affari Tuoi c'è tutta la sua storia e i suoi punti di riferimento intellettuali:la storia è quella di un paese che non c'è più, in quest'epoca intrisa di quiz "generalisti" e dove conta solo la fortuna, mentre invece a Rischiatutto negli anni settanta inventarono addirittura un modo per cacciare il preparatissimo campione pigliatutto; la storia delle radioline alle orecchie per ascoltare Ciotti, Ameri e Bortoluzzi e di un diverso modo di vivere il calcio, magari più sociale rispetto alle Pay TV e alla solitudine delle partite nelle case; e ancora delle cabine telefoniche nei bar, ancora svolgenti una funzione sociale...la storia della cultura dell'attesa e del sacrificio contrapposta a quella del tutto e subito...il leitmotiv dell'onestà, che oggi è ancor più raro che in passato.
Dopo questa carrellata di situazioni Antonio ci passa in rassegna i suoi personaggi-chiave, le fonti di ispirazione cui da sempre si rifà e che affondano il proprio agire in un mondo valoriale strutturalmente diverso da quello odierno...da personaggi della stagione universitaria a quelli della sua vita eclettica che si divide fra vita amministrativo-lavorativa, teatro, lettura, scrittura e cultura in genere...la telefonata al grande Norberto Bobbio, punto di riferimento negli studi amministrativistici di Antonio, la gag con Alberto Sordi: "Maestro a me? E che stamo a scola?!" - altro mostro sacro e riferimento costante ai tempi dell'intensa attività teatrale; si passa poi alla possenza difficilmente scalfibile per Antonio dell'economia "etica" di Federico Caffè, alla legalità come principio ispiratore di un'intera vita per Antonino Caponnetto, maestro di Falcone e Borsellino, e ancora al valore patriottico ed etico della figura di Sandro Pertini. Poi ci si imbatte nei vari esempi di Cucinelli di amore per il proprio territorio e di Mennea per la disciplina e il rigore morale...per poi passare a Berselli, cui il saggetto è dedicato, intellettuale a tutto tondo che molto ha influenzato il percorso di Antonio, che forse in fondo si ritrova molto nelle sue parole e nel suo ruolo...e di Antonio c'è tutto in questo saggio: la forza trascinante della cultura da trasfondere specie nelle classi dirigenti, che forse potrebbe contribuire a sconfiggere l'attuale mancanza di "vision", di vedere oltre, di dare un modello, e risanare una politica che si accontenta solo di mantenere "potere contingente"; la voglia di ritrovare anche nelle piazze i valori di una comunità oramai perduti in una sorta di inarrestabile ubriacatura digitale individualistica; il valore delle piccole cose oramai passate in desuetudine...c'è insomma Antonio là dentro e la summa la si ritrova in un capitoletto dedicato a Luca Parmitano, l'astronauta italiano che ha saputo riflettere sulla sua esperienza cercando di lasciare degli insegnamenti in eredità ai suoi figli: si parla di "abbracciare le difficoltà" intese come ostacoli che una volta affrontati renderanno più forti e di cercare le sfide perché rendono il passo più sicuro. Nelle difficoltà, ribadisce Antonio, è proprio al bagaglio delle proprie conoscenze che bisogna affidarsi, perché illuminano il nostro percorso, consci del fatto che doversi mettere in discussione è sempre qualcosa di stimolante. Pamphlet di facile lettura e molto istruttivo, in cui mi sono assai spesso riconosciuto e ritrovato. Grazie Antonio!!
Dopo questa carrellata di situazioni Antonio ci passa in rassegna i suoi personaggi-chiave, le fonti di ispirazione cui da sempre si rifà e che affondano il proprio agire in un mondo valoriale strutturalmente diverso da quello odierno...da personaggi della stagione universitaria a quelli della sua vita eclettica che si divide fra vita amministrativo-lavorativa, teatro, lettura, scrittura e cultura in genere...la telefonata al grande Norberto Bobbio, punto di riferimento negli studi amministrativistici di Antonio, la gag con Alberto Sordi: "Maestro a me? E che stamo a scola?!" - altro mostro sacro e riferimento costante ai tempi dell'intensa attività teatrale; si passa poi alla possenza difficilmente scalfibile per Antonio dell'economia "etica" di Federico Caffè, alla legalità come principio ispiratore di un'intera vita per Antonino Caponnetto, maestro di Falcone e Borsellino, e ancora al valore patriottico ed etico della figura di Sandro Pertini. Poi ci si imbatte nei vari esempi di Cucinelli di amore per il proprio territorio e di Mennea per la disciplina e il rigore morale...per poi passare a Berselli, cui il saggetto è dedicato, intellettuale a tutto tondo che molto ha influenzato il percorso di Antonio, che forse in fondo si ritrova molto nelle sue parole e nel suo ruolo...e di Antonio c'è tutto in questo saggio: la forza trascinante della cultura da trasfondere specie nelle classi dirigenti, che forse potrebbe contribuire a sconfiggere l'attuale mancanza di "vision", di vedere oltre, di dare un modello, e risanare una politica che si accontenta solo di mantenere "potere contingente"; la voglia di ritrovare anche nelle piazze i valori di una comunità oramai perduti in una sorta di inarrestabile ubriacatura digitale individualistica; il valore delle piccole cose oramai passate in desuetudine...c'è insomma Antonio là dentro e la summa la si ritrova in un capitoletto dedicato a Luca Parmitano, l'astronauta italiano che ha saputo riflettere sulla sua esperienza cercando di lasciare degli insegnamenti in eredità ai suoi figli: si parla di "abbracciare le difficoltà" intese come ostacoli che una volta affrontati renderanno più forti e di cercare le sfide perché rendono il passo più sicuro. Nelle difficoltà, ribadisce Antonio, è proprio al bagaglio delle proprie conoscenze che bisogna affidarsi, perché illuminano il nostro percorso, consci del fatto che doversi mettere in discussione è sempre qualcosa di stimolante. Pamphlet di facile lettura e molto istruttivo, in cui mi sono assai spesso riconosciuto e ritrovato. Grazie Antonio!!