lunedì 14 maggio 2012

Video Al-Cantàra

Post istantaneo da collegare ai miei precedenti sull'Azienda Vitivinicola Al-Cantara, da messaggio ricevuto oggi stesso da Leda Giuffrida. 
Il Dottor Pucci ci illustra la sua azienda e ciò che lo ha ispirato in un video del 10 maggio scorso. Belli i colori e la vivacità dell'ambiente, lo Spazio Al-Cantara di Catania, già descritto nel precedente post.

domenica 6 maggio 2012

Bistrot di Rieti: tocco di classe eno-gastronomico nel Centro d'Italia

Rita Galassetti e Nazzareno Bianchetti in una foto d'annata
Scopo di questo blog è anche quello di descrivere i cosiddetti "Punti Godimento", ossia nel mio gergo, i luoghi di delizia eno-gastronomica, dove assolutamente un amante del buon vivere è "obbligato" a passare almeno una serata. 
E per cominciare questa nuova sezione vi voglio un po' parlare, io che sono diventato reatino d'adozione, di uno dei posti più particolari di questo pezzo d'Italia, che conosco oramai  da quasi un decennio. 
Nella Piazza che i reatini considerano il Centro d'Italia, Piazza S. Rufo, in un'atmosfera soffusa ed elegante, davvero quasi parisienne, estendendosi anche in una veranda dagli accenti liberty in ferro battuto, c'è il ristorante che amo di più in quella zona, assieme a La Trota di Rivo d'Utri, vale a dire il Bistrot di Rita Galassetti e Nazzareno Bianchetti. 
Lo frequento già da qualche anno e un mesetto fa ho fatto due chiacchiere con la chef Rita sulla storia di questo locale, scoprendo risvolti curiosi che lo rendono ancora più affascinante.
Tutto risale a metà degli anni 80, anni in cui una giovane Rita, che aveva dei trascorsi nell'ambito tipografico e già una significativa esperienza nell'ambito dell'alta moda, con una certa predilezione per il lato estetico, decise di voler avviare qualcosa di proprio nell'ambito della ristorazione nella sua città, dove esprimere, anche, la sua creatività non solo in cucina, ma anche nell'arredamento dello stesso locale. Questa nascente idea fu alimentata da una serie di incontri ed episodi che contribuirono a farle prender forma: su tutti la amicizia con il figlio di Sem Benelli (Semmuccio), autore teatrale de La Cena delle Beffe, che portò alla ribalta  un giovane Amedeo Nazzari e fece scandalo per il primo seno nudo di Clara Calamai (stiamo parlando del 1941!!!). Questa amicizia risale alle estati passate insieme agli amici a Vernazza, nella meravigliosa cornice ligure delle Cinque Terre, e alle lunghe notti passate nei locali a mangiare e a discutere dei minimi e massimi sistemi, accompagnando i discorsi con "michette" (pane) ed affettati, nonché buoni calici. Semmuccio consigliava proprio il nome Michetta per il locale che Rita voleva aprire, ma la stessa si era convinta che il nome del locale nel quale, come alle Cinque Terre, si potesse mangiare a mezzanotte doveva essere "il Pusigno, Spizzicheria e Vini da Rita", Pusigno essendo un derivato dal latino "Post-Coenium", inteso quindi come pasto fuor d'ora.
Lo sguardo perplesso del dirigente dell settore "Annona e Mercati" del Comune di Rieti e il suo consiglio di cambiare il nome del locale furono presi alla lettera, suo malgrado,  da Rita, che, parlando delle sue intenzioni con lo storico Direttore della Biblioteca Reatina Roberto Messina, fece proprio il suo consiglio di chiamare il locale Bistrot, dando quell'idea di luogo "stretto e fumoso" per dirla come Rita. Seguendo l'etimologia da "leggenda metropolitana" anche Messina lo voleva derivante dal russo Bistro, ovvero "Rapido!!!Fate presto", che era la parola ripetuta all'oste dai soldati russi che occupavano Parigi nel 1814, per farsi servire in fretta ed andare via, onde evitare di essere scoperti dagli ufficiali a bere alcool: una sorta di fast-food dell'era pre-congresso di Vienna, quindi. Secondo quest'autorevole uomo di cultura questo doveva essere il nome del Pusigno...et ei fu...
Insegna nell'originario Bistrot Parisien
Il locale fu ufficialmente inaugurato il 1-2 Dicembre 1988, in una due giorni da favola. Certo, prima di aprire bisognava costruire una buona cantina, ed ecco Rita, quindi, alla volta di Bergamo, a chiedere consiglio a Elio Ghisalberti, "affaretto simpatico" come descritto dalla chef, già braccio destro di Luigi Veronelli e giornalista abbastanza affermato, per farsi dare vini che avessero "una bella etichetta" e che fossero di un buon rapporto qualità-prezzo. Ghisalberti le consegnò il "foglio", inserendo anche case vinicole di pregio, quali ad esempio Ca' del Bosco in Franciacorta, e l'avventura, con una carta di Vini "mai vista" per un locale ancora da aprire, poteva cominciare.
Il Castello di Vicchiomaggio

    
 Ed eccolo il pienone per i due giorni dell'inaugurazione, con Castagne e Polenta e Vernaccia di Serrapetrona. In questo momento  entrò in scena Nazzareno, che si offrì con un "Te do una mano per l'inizio", poi, visti i pienoni fino ai giorni di Natale e gli apprezzamenti da parte della figlia di Rita, Barbara, finì per rimanere, lui odontotecnico all'origine, ma che davvero, con il suo look eccentrico e i moustaches imperiali, riportava alle immagini originali dei Bistrot Francesi. Nazzareno ha poi portato un grande valore aggiunto al locale: sommelier AIS professionista dal 1991, e si vede che ha un tastevin d'oro, visti i puntuali e apprezzati consigli, mi ha fatto scoprire una serie di vini d'eccezione, fra cui mi piace ricordare gli over 10 anni che scommette ad aprirmi ogni volta, ultimamente un Barolo del 1996 ed un Ripa delle More 1999, Castello Vicchiomaggio da Greve in Chianti dell'enologo John Matta, supertuscan di stile americano, con radici ancora ben salde nel sangiovese. Le sue bottiglie, che scova ogni volta in meandri reconditi in cantina, non sentono lo scorrere del tempo, anzi...migliorano sempre. Ed ancora, con in sottofondo musica etnica, chiacchierando del più e del meno, lo stesso ci propone una torta mimosa di una bontà strepitosa: certo il corso per la preparazione di dolci e dessert svolto nel 2003 a Tain l'Hermitage  con il maitre chocolatier Philippe Givre, ha fatto molto, ma l'ecletticità è tale che da Nazzareno ci si può aspettare di tutto: anche che ti offra i migliori armagnac, cognac e rhum e ti possa consigliare buoni sigari da abbinarci, visto che è uno tra i soci fondatori del Cigar Club di Rieti, club che ha visto la partecipazione attiva, in serate varie, di miei illustri colleghi, quali Massimo Billetto e Paolo Lauciani. Il suo stile inconfondibile contribuisce alla particolare "ambiance" che si respira in questo luogo votato a Epicuro. 
In un  mio compleanno di qualche anno fa, con Nazzareno e Max

Il segreto del Bistrot sta, prosegue Rita, nella cucina "concreta, che si puo' fare veloce e con un taglio semplice e simpatico". Sarà, ma se la Guida Espresso, la Guida Michelin, addirittura una guida giapponese lo segnala fra gli "imperdibili", significa che Rita è una maestra delle cose semplici, che poi, proprio tanto semplici, non sono. Un esempio di piatto  "flagship", sono le Fregnacce al Bistrot (pasta fatta in casa reatina simile ai maltagliati) , dove i "sapori sono tanti, ma non troppi", con una salsa fatta di "cose del territorio", pomodori freschi aggiunti al termine crudi, lonza della Sabina, delle fave dolci, funghi porcini, se in stagione, ricotta salata, guanciale e un tocco di basilico e maggiorana. Ci saranno anche altri ingredienti, ma per questi ultimi e per il procedimento di cottura rientriamo nel know-how professionale...se vi fidate sono strepitose e costituiscono semplicemente un saggio di quello che può offrire  la cucina della Signora Galassetti, originale, di gusto, ma ancorata al territorio, e, specie in questi tempi, con un occhio di riguardo per le nostre tasche. Da ricordare che questa salsa vinse un premio per la Barilla Selezione Oro, in abbinamento però alle orecchiette. E sempre per le stesse caratteristiche del ristorante nel 2008 nella Reggia di Venaria Reale, allo stesso Bistrot fu attribuito il Premio Ospitalità delle Camere di Commercio, che assomma caratteristiche di accoglienza, di qualità in cucina e di pulizia.
Una variante delle Fragnacce,
alla Sabinese
In ultimo ci tengo a menzionare la professionalità che trapela anche nell'altro "maitre de salle", Massimiliano Cavallari, che è anche ingegnere, ma che è innamorato di questa attività: lo si sente specie quando dice che "servire una cucina di qualità rappresenta svolgere una funzione educativa per la clientela, in un mondo dove si sta perdendo il senso della qualità".
In conclusione, in una Rieti che vota oggi per l'elezione del Sindaco, in una situazione incerta sotto il punto di vista politico, mi fa piacere rassicurare  i cittadini che  possono star certi  che ci sono delle istituzioni permanenti, anche se ineleggibili, nella città,  che saranno sempre  disposte ad ascoltarli: il Bistrot è una di queste!!!


Bistrot di Rita Galassetti,
Piazza S.Rufo, 25
02100- Rieti
Chiuso domenica e lunedì a pranzo
Telefono 0746.498798, 0746.1970648