domenica 1 maggio 2016

Viaggio sulle rive della Mosella, patria dei Riesling!!! Cos'è e come è veramente il vino tedesco!

Bernkastel vista dal battello, con la collina piena di vigneti
Ci voleva proprio un po' di riposo, un po' di spensieratezza dopo i giorni tesi e di angoscia degli attentati di Bruxelles. Il viaggio era stato organizzato già da tempo. Su consiglio di alcuni amici ho "preso di mira"  Bernkastel, stupendo villaggio della Mittel Mosel, della Mosella di mezzo, stupendamente tenuto e di una grazia che lascia a dir poco stupiti. Perché proprio Bernkastel? Perché alcuni dei migliori vini tedeschi sono prodotti proprio li', lungo le rive del fiume Mosella, affluente del Reno, che lungo tutte le sue sinuosità per 544 chilometri prima di riversarsi nel Reno a Coblenza, accoglie, rigorosamente con esposizione verso il fiume, migliaia e migliaia di filari e di ettari di vigneti, occupando intere colline in ogni singolo cm della loro estensione e con pendenze incredibili. Altro che viticoltura eroica, io la chiamerei titanica e  purtroppo questa durezza nel lavorare la vite sta avendo un'influenza negativa perché sono sempre meno i giovani, in queste condizioni cosi' disagiate,  che si dedicano al vino. Cio' purtroppo fa si' che il vigneto stia avendo una diminuzione in termini assoluti rilevante: la manodopera dell'est non basta a sopperire a queste mancanze. La latitudine, siamo a due ore e 20 minuti da Bruxelles, non incide: il fiume la vince con un microclima che favorisce la coltivazione della vite e il terreno  nero di ardesia che trattiene il calore del sole riflesso sul fiume per le rigide notti. Questi fattori incidono assai per creare quello stupendo equilibrio fra poca alcoolicità e acidità che è fondamentale per questi particolari vini.

Il vigneto di Bernkastel visto da vicino al Castello
Perché proprio la Germania?? Perché francamente anche se si studia nei vari corsi (ed un particolare accento è posto sulla Germania nei corsi internazionali del WSET e sull'atlante del vino di Jancis Robinson e Hugh Johnson), non si approfondisce mai per mancanza di pratica, proprio perché ben pochi vini tedeschi arrivano sia in Belgio, sia in Italia, sempre per quelle leggi del mercato che nessun MERCATO UNICO regolamentato riuscirà mai a soppiantare. Per queste ragioni, anche per appassionati ed esperti,  la complessità del vino tedesco, sia per le regole che per il palato, rimane sempre piuttosto sulla carta. E' stato un viaggio/seminario, quindi, che mi ha avvicinato ai vini tedeschi, me li ha fatti comprendere meglio e mi ha dato un buon motivo per continuarli a bere.
La Mittel Mosel e i villaggi del vino
Partiti il giovedi' di Pasqua assieme a mia suocera Anna,  costretta a rimanere con noi causa attentati, ci siamo sistemati in un appartamento carinissimo a con  due stanze da letto per un prezzo veramente stracciato. Lo stesso appartamento  era a Kues, paese natale di quel Niccolo' Cusano  che mi ricordo dai tempi del Liceo per la "dotta ignoranza" per cui sapiente non è colui che sa , ma chi riconosce la propria ignoranza (quanti dovrebbero leggerlo Cusano!!!).
Dall'appartamento si poteva vedere dall'altra parte del fiume a Bernkastel, il vigneto del Doctor, uno dei più importanti della Mosella. 
Usciti nel pomeriggio per fare un giretto del villaggio, scopriamo, oltrepassando il ponte sul fiume che uni' i due villaggi originariamente divisi,  l'incantevole Bernkastel, fatta  di case in legno  colorate e ben tenute e piccoli campanili, viuzze e negozi di souvenir, e dove la Mosella si è infuriata tre o quattro volte a giudicare da alcuni segni sui muri che rivelano dove l'acqua era arrivata durante le diverse inondazioni, l'ultima negli anni 50. Passato il centro informazioni dove prendiamo materiale da approfondire in altri weekend (Castelli della Mosella), ci tuffiamo nella prima degustazione in un'enoteca accanto all'Ufficio del Turismo. L'azienda o Weingut, come si incontra centinaia di volte per strada qui, si chiama Walter J.Oster e ha aperto da solo qualche anno il punto vendita a Bernkastel, ma è di Cochem, una quarantina di km più a ovest verso Coblenza, altro cru per dirla alla francese e che nel suo affascinante Castello ospita ogni anno un grande festival del vino. Produce anche liquori, bevande aromatizzate ed è curioso come tutto sia parimenti ben esposto, senza seguire alcuna gerarchia rispetto ai vini. Qui comincia l'approfondimento sulla saga delle classificazioni. La signora ci propone due trocken, poi un halftrocken, e un suss, poi un sontuoso Eiswein, questo rigorosamente a pagamento ma ad una somma irrisoria ( 2.5 Euro, un terzo di quello che paghiamo a Bruxelles, per una flute di banale Prosecco).
Una semplificazione delle classificazioni tedesche
I trocken (41 per cento della produzione nel 2011) possono avere fino a 9 grammi litro di zucchero, gli halftrocken (23 %) fino a diciotto grammi litro, mentre i suss sono la categoria residuale di vini dolci, fra i quali si inseriscono anche i "liebliche" che possono raggiungere i 45 grammi litro. In soldoni la prima classificazione di base ci fa capire di quanto sia importante lo zucchero naturale contenuto nel mosto per i vini tedeschi: più elevato è il tenore e più alta in genere è la qualità. Ovviamente portato all'estremo questo metodo ci porta a delle aberrazioni, ma diciamo che, nella "furia armonizzativa" e semplificativa delle legislazioni europee, quella delle classificazioni del vino è rimasta un po' a latere, con la sanatoria prevista per tutte le classificazioni precedenti in ogni paese all'entrata in vigore della OCM Vino del 2008. Diciamo pure che si puo' far meglio, ma lobby, interessi, milioni non sono poi cosi' semplici da manovrare e da cambiare radicalmente.
Beviamo quindi 4 declinazioni del principe dei vini e vitigni tedeschi, quel riesling che qui raggiunge, nella sua terra d'origine e d'elezione,  il massimo livello di eleganza e avvolgenza, che forse è il più longevo dei vini e la cui complessità olfattiva è forse una delle carattersitiche che noi assaggiatori/sommelier apprezziamo di più. Dapprima due trocken, uno con meno zuccheri un altro con un po' di più, poi uno spatlese e ancora un eiswein, prodotto da uve sane raccolte a -7 gradi tardivamente nei rigidi inverni tedeschi, con concentrazione degli zuccheri nei grappoli gelati fino a 118 gradi oechsle ( è con questi che si misura la famosa concentrazione di zuccheri nel mosto). Qui si apre altra parentesi per definire altra qualificazione dei vini tedeschi, quella che distingue  fra TafelWein, Landwein, Qualitatswein bestimmter Anbaugebiete e Qualitatswein mit Predikat.I primi, di oramai bassissima qualità,  rappresentano solo il 3 per cento della produzione tedesca, e sono il corrispondente dei vecchi vini da tavola, con zuccheri e alcool anche sotto i sei gradi.  Poi troviamo gli odierni IGT, i cosiddetti Landwein, anch'essi con una produzione in netto calo e con un grado alcolico di almeno 6.7 gradi. Poi troviamo le DOP, i QualitatsweinbA (con le tre subclassificazioni trocken, halftrocken e suss viste prima), dove A sta Anbaugebeite,  una delle 13 regioni vitivinicole autorizzate. Per questi vini si potrà anche aggiungere, secondo certi limiti, dello zucchero per aumentare la gradazione alcolica (chaptalisation). Sopra a questi abbiamo, per dirlo all'italiana, i DOCG  ( Qualitatswein mit Predikat), i vini con predicato, che a seconda del livello saccarino si dividono in altre 6 categorie con gradazione oechsle e alcolica crescente: Kabinett, Spatlese, Auslese, Beerenauslese, Eiswein ( aggiunta negli anni 80), e Trockenbereenauslese. Per questi vini la chaptalisation non è ammessa.
Entrata Weingalerie
L'Eiswein che assaggiamo è sontuoso,  con una morbidezza e mineralità particolari, ma anche gli altri assolutamente ragguardevoli: morale...portiamo via tre vini, un dolce, uno straordinario e abbastanza costoso trocken preferito da mia moglie, e un rosso  Dornfelder (incrocio ottenuto nel 1955 a Winsberg nel Baden di due varietà sassoni Helfensteiner e Heroldrebe), elegante ed equilibrato, bevuto a cena nella piccola ma funzionale magione dove eravamo alloggiati, forse sin troppo elegante per la similamatriciana che avevamo preparato.
Secondo giorno, venerdi' santo, giornata piovosa, ma due belle intuizioni. Mentre andavamo alla ricerca a Lieser della  Weingut Thomas Haag, che è contornata da uno splendido Castello, trovandola purtroppo chiusa (ma ci torneremo presto), abbiamo fatto un giretto per il villaggio, delizioso, e tornando verso Kues ho visto che un'enoteca, dall'aspetto molto curato, era aperta.
Dico a Doretta di fermarsi e ci aspetta un'entrata dove le maniglie sono le bottiglie da  37,5 cl con cui si imbottiglia l'Eiswein.  Dietro il banco un baffuto signore a cui chiedo di fare la sequenza: si parte dal trocken per risalire al Kabinett, poi i vari auslese e cosi' via fino al Trockenbereenauslese,  il principe dei vini tedeschi per dolcezza ed eleganza. Per intermezzare degli assaggi del classico Dornfelder, vitigno e vino che qui oramai fra i rossi la fanno da padroni. Il proprietario della Weingut e vineria Weingalerie, Gehrart Stettler, ci dice di averla appena ristrutturata, che in origine si trattava di una falegnameria e che ora invece funge da punto di ritrovo. C'è la Weinstube, il salone banchetti, e il punto vendita con gadget del mondo del vino. La Weingut quella vera è a un kilometro più lontano, sulle rive della Mosella. Prendiamo dal Weissburgunder, Pinot Bianco, fino ai vari Riesling, sempre molto eleganti e setosi. Ho bevuto al mio ritorno una splendida bottiglia di Eiswein, condivisa in compagnia: miele, cera, albicocca candita, zenzero ai sentori e un'avvolgenza e persistenza rilevanti al palato. Costo cantina ventitre euro, ma ne vale davvero la pena.
Con Herr Gerhard Stettler nella sua Weingalerie
Qui mi soffermo a delineare meglio l'altra classificazione, quella territoriale:  le già citate  Anbaugebiete sono le regioni (Mosel, nel nostro caso), poi ci sono i Bereich (distretti), 39 in Germania, di cui tre in Mosella.Un distretto ad esempio è quello di Bernkastel. Poi ci sono i cosiddetti siti collettivi, i Grosslagen, circa 170 in Germania e 19 nella sola Mosella. Ed ancora poi ci sono i cru, i singoli vigneti, che vengono chiamati Einzellagen ( 573 nella sola Mosella e 2270 nel paese); ad esempio il Doctor è un cru di circa 3.26 ettari che si trova nel Grosslage Badstube. E non è finita qui: spesso gli Einzellage sono generici, riportano un termine generico, ad esempio Schlossberg (Castello) e quindi c'è bisogno del nome del Comune o villaggio, Gemeinden, che compare in etichetta per specificare di quale castello si tratti. I Gemeinden del vino solo in Mosella sono 192.
Degustando alla Vinothek
E l'orientamento gradualmente preso mi servi' subito: nel Venerdi' Santo tutte le weingut e tutti i negozi erano chiusi...l'unica cosa aperta era la Vinothek di Kues, nel complesso dell'Ospedale di San Nicola, donato da Cusano alla cittadinanza per curare gli idigenti, dove c'è anche il Museo del VINo interattivo. Ci ho trovato 140 e più etichette per un prezzo fisso di 18 euro, dalla Prum alla Lorentz, alle più famose Thanisch e altre ancora, che si possono degustare tutti, prendendoli da alcune vasche termoregolate e assoviate ad un numero meglio descritto nella guida che si riceve all'entrata. Ho debitamente lasciato fare una passeggiata  alle mie tre donne, per soffermarmi sulle degustazioni, concentrandomi soprattutto sui Predikat.
Ho preso quindi i vini dei cru più prestigiosi, quel Doctor  di cui ho parlato già prima, il vigneto di 3.26 più costoso di Germania , che è stato oggetto anche di contese giudiziarie nel 1984 dopo una legislazione del 1971 che aveva penalizzato gli antichi produttori. Il Doctor viene chiamato cosi' perché si narra che un arcivescovo, attorno al 1650, malato da tempo, chiese ad un contadino un ultimo rimedio per alleviare almeno le sue sofferenze. Il contadino gli portò una bottiglia di vino, dicendo che era quella la migliore medicina e l'arcivescovo guari' (il concetto ricorda molto la storia del "Tranquillante nostro", canzone di Gigi Proietti). Setoso e minerale, ricordi di miele e albicocca intrecciati a una freschezza ed una sapidità uniche. Vino di rango. La bottiglia l'ho poi acquistata, quella di Thanisch, forse una delle più note. Fra le varie bottiglie, a sorpresa scorgo un riesling italiano di razza, il Monsaltus dei Marchesi di Montalto, proveniente dalla Valle dei riesling dell'Oltrepo' pavese da uno dei sei comuni che hanno rilanciato, anche con l'impianto di barbatelle provenienti proprio dalla Mosella, e che hanno ridato vigore a questo vitigno, impiantato nell'800 in zona sotto la diminazione austriaca. Lo stile è lo stesso, forse con meno persistenza, ma sicuramente il prodotto merita, visto il prezzo di 7 Euro e  85 , sicuramente interessante.
Il vigneto Goltropfchen a Piesport
Ho anche provato dei vini dall'altro Einzellage, quel Goldtropfchen di Piesport  che niente ha a che vedere con il banale Piesport della pianura, proveniente dal Grosslage Michelsberg. Un buon equilibrio fra un gusto di frutta caramellizzata, uno speziato dolce, con la classica nota minerale  di supporto e una forte ed energetica acidità di fondo.
Concludo la mia degustazione con una trentina di vini assaggiati, tutti con un livello medio assai considerevole, quattro bottiglie selezionate e la voglia di andare il giorno dopo a vedere Piesport.
A dire il vero Piesport sotto il profilo della vivacità del villaggio ci ha deluso un po', ma il vigneto del Goldtropfchen ci ha colpito, cosi' scosceso e ripido, che scende fino allo stesso villaggio, che appartiene ancora, nonostante sia spostato di 15 km verso Treviri,  al Comune di Bernkastel-Kues. Sotto l'ennesima chiesa di San Michele, che si combina con quelle del capoluogo a qualche chilometro, davanti ad un hotel assai rinomato, ho trovato una Weinstube piccolina, ma che mi ha colpito subito. Manco a dirlo è uno dei giovani viticoltori più stimati del Goldptropfcken, Kurt Hain, proprietario dello stesso hotel, i cui vini profumati mi hanno colpito subito. Dopo la classica degustazione ho preso un pinot blanc, due riesling kabinett e spatlese ed un rosso da blend di vitigni tipici, fra cui il pinot nero. I momenti degustativi non si limitavano solo al vino...molto interessante una cena al ristorante Graacher Tor, di cucina tedesca raffinata e una menzione merita la Pizzeria Badstube sita in centro a Bernkastel, sotto la casa a punta e nella piazza centrale, gestita da ragazzi sardi di Dolianova. Prezzi incredibili rispetto a Bruxelles e pizze notevolissime. Carta dei vini forse da migliorare, ma come al solito anche li', zona di vino, non sarà facile ottenere vini italiani di livello cosi' facilmente.
Fatto il pieno da Hain a Piesport
 Le  numerose degustazioni non mi hanno impedito di fare una corsetta lungo la Mosella su pista di una decina di chilometri che concilia molto con il jogging salutista. Il giorno dopo siamo andati a Magonza e due giorni dopo a Coblenza, le città più importanti, assieme a Treviri, della Renania Palatinato...a Coblenza quel fiumiciattolo di 544 km, si riversa nel gigante Reno e il punto di confluenza è un luogo molto suggestivo.  Bellissima gita quindi, che  mi ha dato modo di fare un seminario itinerante sul vino tedesco e che me lo ha fatto finalmente apprezzare come merita. L'approccio scientifico, però, è durissimo a causa della complicatissima legislazione pre-comunitaria. Ad ogni modo sono tornato con una trentina di bottiglie, una almeno per classificazione.  Consiglio molto questi posti per un weekend di relax fuori Bruxelles ed assolutamente lo raccomando ai degustatori, sommelier, assaggiatori, per capire finalmente il vino tedesco e le potenzialità del riesling in particolare.


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